Leica M: Classic Camera or Digital Snob Photography?
Siamo onesti.
Quando si parla genericamente di fotografia non è raro innescare polemiche.
Se poi tocchiamo alcuni argomenti sembra quasi obbligatorio entrare in polemica.
Quando poi si parla di Leica si ha sempre la sensazione di entrare in una cristalleria sul dorso di un elefante. Si scatenerà sicuramente un casino.
E si perché la fotografia “parlata”, come lo sport e la politica, sembra frequentata prevalentemente da tifosi, tecnici, filosofi e depositari del verbo assoluto.
In Italia, quando parliamo della nostra nazionale di calcio, ci prendiamo in giro affermando di essere 56 milioni di allenatori.
Lets be honest.
Generally speaking, its not rare that a debate will spark up when talking about photography. If we touch certain subjects then it will almost surely end up in a debate.
When we then speak about Leica we always have the feeling of walking into a crystal shop riding on the back of an elephant. We will surely wreak chaos.
This is so because “spoken” photography, just like sports and politics, is full of fans, technicians, philosophers and custodians of the absolute truth.
In Italy, when speaking about our national football team, we joke around by affirming that we are a country of 56 million coaches. (English Version Here)
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/500, f/6.8, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/750, f/8, Iso 200
Pensiamo una volta tanto con ironia e distacco alla fotografia.
Quindi lasciate ogni polemica o voi che continuerete a leggere questo articolo.
Anche questa volta, si parlerà di esperienza fotografica partendo dal presupposto che, fotografare, è principalmente un’attività divertente. Attività che misurazioni Mtf, diagrammi e freddi numeri vogliono veicolare lontano dal principio che, essendo un divertimento, ognuno fotografo con quello che vuole.
Ogni macchina fotografica va bene, ogni obiettivo va bene, ogni elemento sensibile va bene… l’importante è non assumersi la presunzione di affermare con granitica certezza che quel determinato mezzo fotografico è assolutamente meglio di un altro o… peggio ancora… che un determinato modo di fotografare merita maggiore considerazione di un altro.
Ovviamente esistono mezzi fotografici che possono offrire maggiore “qualità” o maggiori opzioni fotografiche.
Ma non bisogna mai dimenticarsi che, a fare le fotografie, sono sempre e solo le persone che pigiano quel tastino, in alto, sul lato destro… della macchina fotografica.
Tutte queste chiacchiere per dire che, con questo articolo, Riflessifotografici, inizierà una rubrica dedicata al mondo delle classiche telemetro. Mondo che, se per quanto riguarda le macchine fotografiche digitali, riguarderà le sole Leica, per quanto riguarda gli obiettivi potrà spaziare su uno sconfinato parco ottiche che comprende, tra l’altro, Zeiss e Voigtländer.
Quindi partiamo da qui… Leica M240 e Leica 28mm f/2 Summicron ASPH.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/350, f/8, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/1000, f/8, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/4000, f/8, Iso 200
Scattare con le telemetro è come andare in bicicletta… possono passare anni ma bastano pochi fotogrammi per riprendere confidenza con questo sistema.
Il parallelismo con la bicicletta non è causale.
Con l’evoluzione della fotografia digitale, i sistemi fotografici moderni si possono tranquillamente paragonare a moto e scooter di ultima generazione. Mezzi di trasporto più o meno semplici e prestanti, adatti per tutte le esigenze e per tutte le finanze.
La Leica M invece rimane ancorata alla tradizione del telemetro incurante di autofocus, opzioni e velocità operativa veri padroni della fotografia “moderna”.
La domanda più scontata, quindi, è lecita… ovvero… ha senso comprarsi una bicicletta oggi?
E poi… ha senso comprarsi una bicicletta più costosa di una iper moto super accessoriata?
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/3000, f/2.4, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/8, Iso 200
Partiamo dal prezzo.
La Leica M digitale costa tanto.. è vero. Anzi costa tantissimo… uno sproposito.
Il motivi sono molteplici. Uno di questi è che non ci sono alternative. Non ci sono concorrenti.
Ci sono ovviamente altri fattori che determino l’elevato prezzo di listino, ma ritengo che possiamo tranquillamente tralasciare per ora tale “(il)logiche” regole di mercato.
Ma se è vero che le macchine fotografiche costano tantissimo per le ottiche il discorso è molto differente.
Ok ok… se vogliamo a tutti costi costruirci un corredo completo di Summilux di ultima generazione, aggiungendo un bel Noctilux-M 50mm f/0.95 ASPH e senza dimenticare “l’esoterico” APO-Summicron-M 50mm f/2 ASPH è evidente che il prezzo sarebbe proibitivo per tutti noi mortali.
Ma, come anticipato in precedenza, il parco ottiche disponibile per il sistema M è sconfinato.
Si può attingere nell’usato o ripiegare (ripiegare per modo di dire) su Zeiss e Voigtländer nel caso si preferisca comprare obiettivi nuovi di fabbrica.
In questo caso i prezzi sono allineati, se non inferiori, a quanto proposto nel segmento delle FF reflex e mirrorless. Prezzi inferiori ma qualità sempre molto elevata.
Per quanto riguarda l’usato, occhio che i 24 MP possono regalare grandi sorprese e grandi delusioni con ottiche del passato o che non sono perfettamente messe a punto dopo anni (o decenni) di continuo utilizzo.
In ogni caso basta prima provarle.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/2000, f/16, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/750, f/6.8, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/1500, f/3.4, Iso 200
Passiamo alla… velocità operativa
L’ho detto fin da subito… volete la bicicletta. Dovete pedalare.
Io sorrido sempre quando sento parlare di materiale fotografico in termini filosofico esoterico esistenziale (Pietro Todaro mi ammazzerà quando dovrà tradurre questo concetto :D). La fotografia la fa il fotografo e le attrezzature non hanno né anima né coscienza propria.
Proprio per questo ogni attrezzatura sta bene nelle mani del fotografo giusto.
Io ho sempre costruito il mio corredo sempre in base a quello che reputavo migliore rispetto alle mie esigenze professionali e il feeling che si instaurava con una macchina fotografica la prima volta che la prendevo in mano.
Pertanto chi sceglie Leica M (almeno si presuppone) è cosciente dei pregi e dei limiti di tale sistema.
La bicicletta è fatta per passeggiare godendo di quello che ci circonda.
Il sistema M è questo.
Inutile discutere di aspetti legati all’elettronica.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/4000, f/2.4, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/8, Iso 200
L’elettronica è quella cosa che costa tantissimo progettare e due lire da produrre. Invecchia presto e costa meno sostituire piuttosto che riparare.
Le cose meccaniche invece sono più economiche da progettare ma costano tanto da costruire, soprattutto se realizzate a mano.
Invecchiano, se invecchiano, con molta più lentezza e si possono sempre riparare.
I problemi per Leica sono nati quando ha dovuto unire tradizione ad innovazione.
Tutti ricordiamo gli errori grossolani compiuti con la M8 o le prime serie della M9.
Con la Typ 240, Leica finalmente, sembra aver trovato la quadratura del cerchio.
Si è sentita talmente sicura da azzardare opzioni come funzioni video, live view, pixel picking e così via.
Probabilmente all’utente Leica l’interesse per queste nuove funzioni è pari allo zero, e mi sento di condividere tale sentimento.
Sicuramente non mi comprerei mai una Leica se fossi interessato ad alcuni aspetti che le moderne macchine fotografiche offrono da tempo ad una frazione del prezzo.
Avrei preferito un buffer molto più efficiente e i 6400 Iso effettivi e non raggiungibile tramite elaborazione interna. Si perché il reale range Iso della Typ 240 è 200-3200.
Ma anche queste sono chiacchiere da Bar.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/2, Iso 400
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/30, f/2.4, Iso 2000
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 5000
Costruzione
Solida e massiccia.
Indubbiamente le Leica Digitali hanno perso qualcosina della grazia e dell’eleganza dei modelli analogici.
Ma le forme sobrie e pulite mantengono inalterata la sensazione di tenere in mano un classico della fotografia.
Scatto dopo scatto, ho iniziato ad apprezzare anche il suono sordo dell’otturatore . Ovviamente non parliamo delle tendine in stoffa delle M analogiche. Ma lo sgraziato rumore della M8 appare ormai un lontano ricordo.
Anche la durata della batteria segna un punto a favore della Typ 240. Si può arrivare a superare tranquillamente i 500-600 scatti senza grossi patemi d’animo. A patto di fare un utilizzo molto moderato di monitor e funzioni elettroniche varie.
A proposito di monitor. Finalmente lo schermo LCD è all’altezza di Leica. Soprattutto per quanto riguarda la visualizzazione degli scatti realizzati che appare sufficientemente fedele senza derive di “abbellimento” stile I-Phone.
Rimanendo nelle note positive, mi è piaciuta molta la riorganizzazione dei tasti posizionati sul dorso.
Via finalmente la rotellona stile compattona. A destra del monitor ora c’è un elegante pulsante multifunzione. La ghiera è finalmente posizionata sulla parte superiore destra del dorso in un alloggio ergonomico per il pollice. Soluzionata raffinata e funzionale.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 2500
Dopo i plausi invece alcuni appunti su cosa non mi piace.
La Typ 240 è leggermente più “cicciotta” dei modelli precedenti. Questa cura ingrassante ha portato un posizionamento del pulsante di scatto un po’ scomoda. La sensazione è quella di un posizionamento un po’ arretrato rispetto a quello ottimale. Sensazione che aumenta se si utilizza una custodia in pelle a protezione della nostra macchina fotografica. In ogni caso nulla di drammatico.
Altri due appunti riguardano due aspetti legati (suppongo) alla tradizione. E come tali posso immaginare che non siano stati aggiornati per paura che qualcuno potesse storcere la bocca.
Il primo riguarda l’assenza di una ghiera dedicata agli Iso. Posso capire la tradizione, ma gli Iso sono diventati, ormai, di frequente utilizzo al pari dei tempi e dei diaframmi. Tenere premuto un pulsante e scorrere tra le varie opzioni non è sicuramente la cosa più semplice. Soprattutto durante in pieno sole col il riflesso della luce sul monitor. Una procedura tipica delle reflex. Ma visto che la Leica M è quanto di più distante esista dalle reflex, è auspicabile una soluzione più semplice.
Il secondo punto è l’accesso alla batteria e alla scheda di memoria. Smontare il fondello non è il massimo della praticità. Anche in considerazione che, se dovesse cascare o deformarsi la macchina fotografica non sarebbe più in grado di scattare. Infatti la Leica M 240 si congela finche il fondello non viene rimontato.
Personalmente trovo perfetta la soluzione elaborata da Luigi Crescenza di Leica Time.
Sul Campo
Scattare con una Leica M trasmette sempre una sensazione piacevole. Non fraintendetemi. Io non sono assolutamente un nostalgico del passato e della fotografia di “un tempo”. Ma ritrovare antichi gesti per dedicarli ad una fotografia priva di “ansia da prestazioni” è stata una bella cosa.
Inutile ribadire che la Leica M è principalmente uno strumento da reportage. Ovviamente la si può utilizzare anche in altri campi fotografici. Ma siamo sinceri. In altri ambiti fotografici professionali, esistono una infinità di si sistemi che possono offrire maggiori opzioni che sicuramente semplificano la vita di un fotografo.
Non vedo il motivo per complicarsi la vita in una professione che già non è priva di complicazioni.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/5.6, Iso 5000
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/2, Iso 800
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/2, Iso 1000
Per raccontare attraverso le immagini, invece, ritengo che la Leica M, abbia ancora molto da offrire.
In particolare, le ottiche di questo sistema rappresentano il vero segreto della longevità del telemetro.
Indipendentemente se si decide di chiudere il diaframma per scattare in iperfocale o lavorare a tutta a apertura per restringere la profondità di campo, gli obiettivi dedicati a questo sistemi restituiscono immagini sempre caratterizzate da un “sapore” unico.
Con unico mi riferisco all’infinito ventaglio di opzioni che il parco ottiche offre tra nuovo e usato a cui tutti possono attingere in base alla resa desiderata e alla disponibilità economica.
Personalmente mi ha impressionato molto la resa dei Summicron di ultima generazione (o quasi). Ritengo che questi obiettivi siano l’optimum per chi desidera una resa dell’immagine che unisca presente e passato. Questo non vuol dire che qualcuno prediligerà i risultati meno aggressivi che possono offrire ottiche più datate, o la resa “meno perfetta” ma altrettanto affascinante di alcuni Voigtländer (mi viene in mente per esempio il Nokton 35 f/1.4 MC) o l’equilibrio di alcuni Zeiss.
Ripeto… qui entriamo nel campo delle scelte personali.
In ogni caso, per riprendere confidenza con il sistema M, io ho optato per il Summicron 28 f/2 ASPH (cod.11604).
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/2, Iso 2000
Pronti? Via.
Subito ho disinserito tutte le opzioni legate al Live View. Se devo scattare con una Leica M voglio sfruttare le caratteristiche peculiari di tale sistema. Se desidero monitor o mirini elettronici non vedo il motivo di utilizzare una macchina di concezione “tradizionale” al posto delle più moderne Mirrorles.
Batteria carica… scheda inserita… e via.
È una bella giornata e il sole illumina bene l’ambiente. Diaframma a f/8 e imposto la profondità di campo tra 1,5m e infinito, tempi tra 1/250 e 1/1000 e autoiso (200-3200).
Scattare in questa maniera è di una semplicità assoluta. Al contrario di quanto avviene con altri sistemi fotografici digitali, la scala della profondità di campo appare sempre estremamente precisa.
Inoltre, anche a diaframmi molto chiusi, l’immagine catturata restituisce sempre una tridimensionalità impressionante. E questa è una caratterizzazione della fotografia che apprezzo molto.
Come la luce si abbassa bisogna inevitabilmente aprire il diaframma e decidere se, optare per una distanza di scatto prefissata (ad esempio il Summicron 28 a f/2 impostato con una profondità di campo da 1,5m a 2m) o focheggiare manualmente. E inevitabile che, rispetto ad una macchina fotografica dotata di un prestante autofocus, qualche “momento unico” in più lo perderemo. Ma questo fa parte del gioco.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/250, f/2, Iso 3200
Non ci sono molte cose da aggiungere. È un tipo di fotografia che, nei gesti, è rimasta invariata dalla prima metà del secolo scorso.
Ovviamente parlo a grandi linee.
Bisogna fare attenzione ad alcuni dettagli. Come ad esempio all’area effettiva dell’inquadratura delimitata dalle cornicette. Ma sostanzialmente, se da una parte abbiamo una scarsa quantità di opzioni selezionabili in macchina, dall’altra il nostro fotografare si asciugherà di tutti quelli aspetti che a volte si trasformano in una complicazione di un atto così semplice com’è il fotografare.
Basta mettersi in testa cosa si può e cosa non si può fare con una Leica M.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/45, f/2, Iso 800
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/3.4, Iso 800
Qualità di immagine.
Qui le cose si complicano. Ovvero… il sensore delle Leica M deve avere delle caratteristiche differenti rispetto a quelli delle altre macchine in generale.
In sintesi… solitamente una macchina fotografica ha un sensore progettato per adattarsi ad ottiche molto differenti.
Si passa dai fisheye e grandangolari molto spinti ai teleobiettivi … dagli obiettivi fissi agli zoom ad ottiche specialistiche come quelli per architettura.
In casa Leica il range deve coprire unicamente ottiche fisse da 18mm a 90mm (eccezione per i 16mm del TRI-ELMAR-M 16-18-21mm f/4 ASPH).
In realtà, questo, non è un vantaggio per la casa tedesca in quanto, l’ottimizzazione con il suo parco ottiche deve essere ai limiti della perfezione. L’ho ripetuto fino alla noia. Il vero tesoro del sistema M sono le ottiche. E il sensore, nei limite del possibile, deve esaltare la resa di tutti gli obiettivi del presente e del passato. Ripeto… nei limiti del possibile.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/4000, f/2, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/1000, f/3.4, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 400
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2.4, Iso 3200
Sotto questo punto di vista il sensore e il processore d’immagine non tradiscono le aspettative.
Ho visto molti “esperimenti” realizzati con varie tipologie di mirrorles con obiettivi M attaccati tramite adattatore. Qualcuno più riuscito e qualcuno meno in base alle ottiche e la macchina fotografica utilizzate. Ma nulla che possa avvicinarsi a quanto riesce a fare la Typ 240 soprattutto con le ottiche grandangolari.
Il passaggio ai sensori CMOS ha apportato molti benefici, e chi temeva una perdita di qualità rispetto ai più tradizionali sensori CCD si è dovuto ricredere.
Dettaglio, gamma dinamica, cromie, dimostrano che l’accoppiata processore d’immagine e sensore fanno un lavoro veramente buono.
Ma è soprattutto la resa alle sensibilità più alte che fa segnare un notevole passo in avanti rispetto alla Leica M9.
È strano che la sensibilità massima si fermi “solo” a 3200. Se esposte in maniera corretta, infatti, le immagini restituite a questa sensibilità riescono a restituire un dettaglio ancora molto secco e pulito.
Andare oltre con la sensibilità ha poco senso in quanto, essendo i 6400 Iso una elaborazione del processore d’immagine, il rischio di realizzare immagini estremamente corrotte è abbastanza frequente.
Forse le cose scattando in Jpg possono un po’ migliorare, ma utilizzando il DNG e, soprattutto in presenza di superfici con cromie uniforme (per esempio il cielo di notte), è facile che la fotografia sia inutilizzabile.
A proposito di DNG.
Trovo che adottare come standard il Negativo Digitale di Adobe sia stata una soluzione indovinata.
I file si sono praticamente compatibili con tutti i software di sviluppo immagini, anche i più datati. Ovviamente le nuove versioni possono offrire maggiori opzioni in fase di lavorazione del file. Ma trovo estremamente antipatico dover obbligare gli utenti ad acquistare nuovi programmi o attendere il rilascio di una nuova versione per poter sviluppare i negativi realizzati.
In fondo creare un formato proprietari dei raw ha poco senso se poi non si è in grado di offrire un software capace di interpretare correttamente tutte le informazioni registrate nel momento in cui abbiamo scattato.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 2500
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/500, f/2, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/90, f/2.4, Iso 1000
Conclusioni
E allora… le Leica M sono solo mezzi fotografici destinati ad utenti un po’ snob o effettivamente sono ancora strumenti in grado di offrire qualcosa in più ad un fotografo?
Impossibile dare una risposta.
È evidente che per le caratteristiche che la contraddistinguono alcuni campi di utilizzo sono impossibili da affrontare con questa macchina fotografica. In altri, invece, possono ancora fare la differenza.
L’unica cosa certa è che le immagini prodotte da tale sistema difficilmente si possono ottenere con altri mezzi. Questo non vuol dire che sia meglio o peggio rispetto a quello che oggi offre il mercato.
Nè che queste immagini da “sapore” unico possano fare la differenza o essere percepite nella loro unicità da chi poi le guarderà.
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/500, f/8, Iso 250
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2.8, Iso 3200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/1600, f/2, Iso 1600
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/500, f/8, Iso 250
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/90, f/8, Iso 200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2.4, Iso 3200
Sicuramente chi opta per una Leica M deve essere consapevole di cosa può e cosa può non fare con questa macchina.
Personalmente trovo questo sistema ancora molto valido in alcuni campi della fotografia.
La semplicità del sistema, rende molto rapida la presa di confidenza con il mezzo e questo è un aspetto da non sottovalutare.
In ogni caso bisogna lasciare da parte gli aspetti razionali nel dare un giudizio, seppur sommario, su una Leica M.
Scattare in manuale con una telemetro ancora oggi offre delle sensazioni uniche. E questa da sola può essere una valida ragione per valutarne l’acquisto.
Se invece si vuole una Leica M per il “bollino rosso” appeso al collo e vantarsene con gli amici…bhe… va bene lo stesso. Ma è un peccato perché con questa macchina fotografica e con questi obiettivi si possono fare delle bellissime foto… anche se si è costretti a pedalare :)
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/125, f/2, Iso 3200
Mi piace
Resa delle ottiche con questa macchina fotografica
Resa su tutto il range di sensibilità (200-3200)
Semplicità
Durata batteria
Standard DNG
Menù ridotti al minimo indispensabile
Non mi Piace
Iso massimi solo a 3200
Assenza ghiera Iso
Difficoltà accesso a batteria e scheda di memoria
Buffer lento
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/45, f/2, Iso 3200
Leica M (Typ 240) - Leica Summicron 28 f/2 ASPH (11604) - 1/45, f/2, Iso 3200
Special thanks to Luigi Crescenzi (www.leicatime.com)